Negima & Love Hina No Sekai! Tutto su Ken Akamatsu e le sue opere: Itsudatte My Santa, Ai Ga Tomaranai, Mao-Chan, Negima e U

31 SOGNATRICI, racconto collettivo... spero!

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view post Posted on 16/10/2013, 11:43

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é' vero provvedo subito :)
 
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view post Posted on 16/10/2013, 11:51
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Bene, sennò potrebbero offendersi. :omg:
 
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view post Posted on 27/4/2016, 19:02
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Ed ecco la piccola sorpresa annunciata prima:


Il paesaggio della natura era davvero spettacolare per quanto appariva vasto, articolato e incontaminato. Alte montagne con le cime innevate circondavano l’intera valle, e man mano che si scendeva lungo le pendici montuose, la neve bianchissima lasciava il posto a pareti rocciose nere rese lucenti dalla brina.
Ancora più in basso apparivano folti boschi verdi attraversati da ruscelli che finivano per congiungersi in un grande lago dalle acque cristalline che occupava metà della valle.
Un cavaliere, che indossava una magnifica armatura di colore argenteo con il volto coperto da un elmo ed era in sella ad un altrettanto magnifico cavallo bianco, apparve all’estremità di un altura che dava una visuale completa di quella zona meravigliosa.
“Ci siamo, mio fedele destriero, la nostra destinazione è in fondo a quel lago!” annunciò con voce solenne il cavaliere.
L’animale nitrì come in risposta e si avviarono verso lo specchio d’acqua.
Arrivarci non fu difficile, grazie ad un sentiero in terra battuta, e quando infine gli zoccoli del cavallo lambirono la riva del lago, il cavaliere scrutò quello che aveva intorno.
Attese per un po’, e infine gridò ad alta voce: “So che sei qui, fatti vedere!”
Improvvisamente le acque del lago cominciarono ad incresparsi, si aprirono, e avvolta in una specie di bolla d’aria, fece la sua comparsa una bella fanciulla circondata da tanti libri fluttuanti intorno a lei.
“Chi sei?” domandò incuriosita la ragazza.
“Sono qui per raggiungere il castello fatato”, rispose prontamente il cavaliere.
“Che sciocchezza, nessuno può raggiungere il nostro castello e soprattutto nessuno può avvicinarsi al tesoro che custodisce”
“Allora vuol dire che io sarò la prima persona che riuscirà nell’impresa!”
“Prima dovrai superare le guardiane, e io sono la prima!”
I libri fluttuanti si aprirono simultaneamente.
“Posso leggerti nel pensiero e anticipare ogni tua mossa. Per superare me devi farmi uscire da questa bolla, e qualunque trucco escogiterai, io potrò smascherarti all’istante!”, esclamò con decisione la guardiana.
Sotto l’elmo, il cavaliere sorrise.
“Davvero pensi di poter anticipare ogni mia mossa? Allora saprai già che cosa sto per tirare fuori adesso!”
Da una borsa attaccata alla sella tirò fuori un libro molto spesso e finemente rilegato.
La guardiana, perplessa e incuriosita, lesse uno dei suoi libri magici, e subito impallidì: “Qu-Quello è veramente…”
“Esatto! L’indice delle biblioteche perdute, l’unico elenco esistente al mondo che riporta la collocazione di tutti i libri del mondo! Per chi ama intensamente la lettura, questo è un vero tesoro!”
“Non… non ci posso credere! Ho desiderato quel libro per tutta la vita!”
La guardiana sembrò in preda al panico, cominciò a spostare lo sguardo di volta in volta tra la sua bolla e il libro in mano al cavaliere.
Questi comprese bene il tormento dell’altra: “Eh già, se vuoi il libro devi uscire da quella bolla e anche il tuo potere di leggere le menti è inutile, non conosco il contenuto di questo testo. Or dunque, cosa intendi fare?”

Il cavaliere diede soddisfatto le spalle alla guardiana, che inginocchiata sulla riva aveva cominciato a leggere come una forsennata l’elenco emettendo mugoli di gioia ad ogni riga, e lasciato il cavallo entrò nella bolla, che rapidamente sprofondò nell’acqua.
Nonostante la profondità sempre più elevata, la visibilità era ottima e in breve si capì il perché: sul fondo del lago c’era un enorme castello, con torre e torrioni, che emanava una luminosità simile a quella di un gioiello illuminato dal sole.
La bolla si fermò davanti ad un portone d’ingresso, il suo passeggero attraversò la bolla e semplicemente entrò.
Davanti a sé trovò un lunghissimo e vuoto corridoio bianco, e risolutamente cominciò a percorrerlo.
“Non fare un altro passo!”, esclamò ad un tratto una voce femminile.
Il cavaliere si fermò e in mezzo al corridoio apparve una seconda ragazza, carina e piccolina, dall’espressione impassibile, che stava bevendo un succo di colore grigio da una bottiglietta.
“Immagino che sei la seconda guardiana”.
“Proprio così, sei stata brava a superare la mia compagna, ma con me non sarà altrettanto facile”.
La nuova arrivata sollevò una mano, intorno a lei apparvero dei cerchi magici dai quali uscirono moltissime saette che iniziarono a tempestare il cavaliere.
Quest’ultimo mostrò un agilità notevole nell’evitare i colpi ma sapeva che non poteva durare, non con quell’armatura abbastanza pesante.
Tuttavia aveva un piano di riserva: grazie all’elmo che copriva il viso poté recitare senza farsi vedere una breve formula magica, e quando una scritta luminosa apparve davanti ai suoi occhi, sorrise sornione.
Cominciò a correre nella direzione opposta.
La guardiana lo seguì con calma: “Inutile che scappi, le mie saette possono raggiungerti ovunque!”
Infatti i fulmini, come serpenti, seguivano il loro bersaglio senza mai lasciarsi distanziare, finché questi non si fermò davanti ad un muro.
Estrasse da dietro la schiena una spada e pochi attimi prima di essere colpito la conficcò nel muro e si lanciò di lato, i fulmini furono attirati dalla lama e la colpirono tutti insieme, generando una enorme esplosione che sbriciò il muro.
Tuttavia insieme alle macere, strani liquidi multicolore iniziarono a colare sul pavimento espandendosi a macchia d’olio.
“NOOOOOOOO! I miei preziosi succhi!”, grido sconvolta la guardiana, che senza curarsi del suo nemico si precipitò verso la breccia nel muro, dietro il quale c’era una stanza piena di botti, molte delle quali erano state bucate.
“La mia riserva, la mia dolcissima riserva!”
Disperata cercò di tamponare i buchi usando dei fazzoletti e di recuperare i succhi fuoriusciti.
“Be, magari quando avrò recuperato il tesoro, mi fermerò per aiutarla”, pensò il cavaliere riprendendo il cammino.

Dopo che ebbe proseguito ancora, una terza ragazza gli comparve davanti: indossava una specie di tutina e con una mano agitava un nastro.
“Complimenti per essere riuscita ad arrivare fin qui, però non ti permetterò di andare oltre”.
Il nastro guizzò rapidamente in avanti come un serpente e si avvolse intorno al cavaliere bloccandolo.
“Hehe, credo proprio che ti stritolerò!”
“Ed io non credo proprio che accadrà”, replicò l’altro, che poi gridò con forza: “Arma speciale anti-nastro!”
“Eh?!”
La terza guardiana fissò allibita la forbice dorata apparsa in mano al cavaliere, che con tutta una serie di movimenti fulminei, tagliò il nastro in più parti.
“Ueeee, il mio nastro!”, esclamò la guardiana iniziando a piangere.
Il cavaliere riprese il suo cammino, le passò affianco e le mise una mano sulla testa.
“Dai, prometto che te ne comprerò un altro, molto più bello”.
“D-Davvero? Sniff”.
“Te lo garantisco”.
“Va bene, sniff, ma sappi che me ne aspetto uno davvero bello”.

Senza più incontrare nessuno, infine il cavaliere giunse in una stanza molto grande e luminosa, con al centro un tempietto, e dentro quest’ultimo c’era una sorta di scrigno abbastanza grande.
“Ci siamo!”, disse la persona in armatura cominciando a fremere per l’eccitazione.
Ma non appena fece un passo in avanti dovette subito indietreggiare per non essere colpita da una spessa spada proveniente dall’alto.
Dal soffitto giunse una quarta ragazza, con i capelli rossi e due lunghe trecce, indosso un armatura di colore nero e argento.
“Sono contenta che qualcuno sia riuscito ad arrivare fino alla sala del tesoro, ma la tua strada finisce qui. E sappi che con me i tuoi trucchetti non attaccano!”, dichiarò la nuova arrivata.
“Bene, fatti sotto allora!”
Il cavaliere sfoderò la sua spada e partì all’attacco.
Le due lame impattarono fragorosamente provocando scintille, i due contendenti si mossero in tutta la sala, ciascuno indietreggiando e avanzando di volta in volta.
Sembravano pari, per ogni mossa di uno, l’altro aveva una contromossa adeguata, lo scontro iniziò ad andare per le lunghe, con crescente affaticamento di entrambi.
“Sei… sei in gamba”, ansimò il cavaliere.
“Anche… anche tu non sei affatto male”, rispose l’altra. “Di solito i pochi che riescono ad arrivare fino a me, li sconfiggo in due mosse”.
“Ma guarda: lo stesso che faccio io quando uso la spada”.
Il cavaliere e la guardiana si sorrisero.
“Queste armature”, proseguì il primo, “sono un po’ troppo pesanti, che ne dici se ci giochiamo tutto con un ultimo colpo? Ci mettiamo il massimo della nostra forza”.
“Va bene, ho giurato di proteggere questo luogo e lo farò ad ogni costo!”
Si lanciarono uno contro l’altro, le spade tenute in alto.
“Attenta, la forza del tuo giuramento…”
Le spade si scontrarono nuovamente, con un suono secco e forte, poi la lama della guardiana si frantumò, e un istante dopo anche la sua armatura.
“…può poco contro la potenza del mio amore!”, concluse il vincitore.
La guardiana crollò a terra, sfinita e denudata.
“Mi ucciderai?”, domandò senza ansia.
“Sarebbe vergognoso uccidere una guerriera abile come te”.
Il cavaliere la oltrepassò e la colpì alla base del collo col manico della sua spada.
Le ultime parole che la guardiana sentì mentre sveniva furono: “Tieniti pronta, ti concederò la rivincita, tutte le volte che vorrai!” e le piacquero molto.
A quel punto il cavaliere si avvicinò al forziere, lo aprì e rimase senza fiato: dentro c’era un ragazzino addormentato con indosso uno splendido vestito da sposo.
L’altro si levò l’elmo, e una cascata di lucenti e lunghi capelli biondi si librarono nell’aria: era una ragazza.
“Professor Negi, la sua Ayaka resterà sempre con lei!” e detto questo, si chinò sul bambino per baciarlo dolcemente.

“Wow, avrei dovuto immaginare che si trattava di lei, la capoclasse è sempre romantica e cavalleresca, anche se a modo suo”, commentò soddisfatto Kamo mentre una forte luce si avvicinava. “Oh-oh, altro sogno in arrivo”.
 
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view post Posted on 28/4/2016, 09:36

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:)
Un piacevole ritorno :)
 
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view post Posted on 28/4/2016, 12:04

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...a proposito, ho notato che il sogno di Naba è fuori dal topic.
Pazienza. Nel frattempo:

SATSUKI YOTSUBA
La luce che aveva accolto Kamo venne rapidamente offuscata da una sorta di nebbia, di foschia densa ed umida.
Poi giunsero i suoni. Dei tintinnii, il suono del fuoco, delle pentole, il vociare delle persone…
Le porte del ristorante si aprirono e nuovi clienti vi entrarono, fra essi vi era anche un famoso critico culinario.
L’uomo si sedette ad un tavolo e subito venne raggiunto da una graziosa cameriera cinese.
- Buon giorno, e ben venuto al “Yotsuba”. – Detto ciò gli porse il menù.
Il critico, un uomo magro, con fini occhiali, il viso affilato e radi capelli si sistemò meglio gli occhiali, prese dalla giacca un taccuino e prese alcuni appunti.
- Sa chi sono io? – Disse infine rivolgendosi alla cameriera.
- Un cliente, aru – rispose questa con un ampio sorriso.
- Sì – rispose l’uomo visibilmente contrariato – io sono il critico culinario Takeshi Saike.
- Piacere Ku Fei. Aru
L’uomo chiuse gli occhi e fece due profondi respiri.
- Intendo dire – riprese l’uomo piano – che sono venuto qui per giudicare il vostro ristorante e decidere se darvi o meno la settima stella.
- Stelle? – Ripeté Ku – Forse vuole parlare con la mia amica Naba.
- Se è la titolare sì – L’uomo parve aver ripreso la sua sicurezza.
- No, la titolare è Satsuki Yotsuba, Naba lavora all’osservatorio astronomico, aru.
- Allora, cortesemente, mi chiami la titolare del ristorante.
La ragazza annuì e si diresse verso la cucina.
Takeshi scrisse sul proprio taccuino.
- Buon giorno signor Saike – la voce calma e tranquilla di Yotsuba destò l’uomo dal proprio lavoro. – Chiedo scusa per la mia cameriera, nel suo lavoro è brava, ma nonostante gli anni ancora è un po’ ingenua e non comprende bene la lingua.
- Nessun problema – rispose l’uomo.
- E’ un piacere conoscerla, spero che la mia cucina sia di suo gradimento. Ha già deciso cosa mangiare?
- Sì. Vorrei una zuppa densa speciale, dei nikuman della casa e della soba.
Yotsuba annuì e tornò in cucina.
Dopo pochi minuti Ku giunse al tavolo del critico e posò sul tavolo le portate.
La presentazione era perfetta, non vi era una sola goccia, un solo spaghetto o un solo particolare fuori posto e in disarmonia con il resto.
L’uomo sorrise e annotò sul suo taccuino.
Prese le bacchette e assaggiò la soba.
Il sapore della pasta fresca si diffuse nel suo palato armonizzandosi con il condimento e la salsa usata. Chiuse gli occhi. Immagini di campi di riso sotto il sole estivo in un paesaggio di campagna apparvero negli occhi dell’uomo, il profumo dei tempi passati gli inebriarono la mente. Senza che se ne accorgesse aveva già finito il primo piatto.
“Eccellente” scrisse sul taccuino.
Passò ai nikuman. Li tastò con le bacchette. La consistenza era da manuale, il colore pur essendo uniforme dava l’impressione di essere marmorizzato, la chiusura sembra essere stata eseguita da uno scultore. Ne prese uno e lo mise in bocca. Consistenza morbida ma decisa, sapore rotondo, armonico, la granatura del ripieno dava piacevoli sensazioni al palato, quasi solleticato. Una nota speziata raggiunse i suoi sensi aumentando le sensazioni gustative. Non i soliti nikuman, ma i Nikuman per eccellenza. Questo l’uomo scrisse sul suo taccuino.
Il critico quasi pianse quando mangiò l’ultimo raviolo. Era quasi come dire addio a un caro amico, vedere per l’ultima volta il posto della propria gioventù.
Passò alla zuppa.
Posò le bacchette e prese un cucchiaio.
Lo immerse nella zuppa, densa e brodosa al tempo stesso, il cucchiaio ruppe un velo di pellicola che l’aveva ricoperta, dalle crepe createsi un dolce aroma si levò raggiungendo le narici di Takeshi.
L’uomo sollevò il cucchiaio e lo portò alla bocca.
Velluto.
Densa, cremosa ricca di sapori magnificamente amalgamati fra loro, non piccante, non insipida, ma col giusto tenore di aromi e spezie, sufficiente per solleticare, incuriosire e al tempo stesse beare il palato con infinite gradazioni di piacevolezza. Una piacevolezza liquida che scendeva dal palato fino alla gola, un retrogusto di viole, e funghi. Un sentore di bacche rosse armonizzate con la carne di maiale magra.
L’uomo si asciugò le lacrime di gioia che gli stavano scendendo dal viso.
Scrisse l’ultima nota sul suo taccuino e attese che Ku giungesse al suo tavolo.
- Cortesemente, mi potrebbe chiamare la titolare.
La ragazza annuì, poco dopo giunse Yotsuba.
- I miei complimenti – disse – non ho mai mangiato nulla di questo livello e di questa qualità. Mai il mio palato è stato così coccolato e beato. La settima stella è assicurata. E’ stato un piacere. – Detto ciò pagò il conto ed uscì seguito dallo sguardo di Yotsuba.
Qualche tavolo più in là un braccio si alzò.
- Mi scusi – disse il cliente.
Satsuki si girò, gli sorrise e lo raggiunse. L’uomo stava mangiando la soba.
- Mi scusi, ma c’è una mosca nel mio piatto…
- Perché – domandò amorevolmente la cuoca – quante ne voleva?
- Ma che schifo! – Esclamò un cliente poco più in là con i nikuman ancora fumanti nel piatto – c’è un grosso ragno tritato nel mio piatto…
Yotsuba si diresse da lui, guardò il piatto e fece un profondo inchino.
- Mi scusi – disse – evidentemente durante la cottura un nikuman si deve essere aperto...
In quel momento passò Ku Fei con un camaleonte in mano.
- Dov’è quello che si lamentava per la cimice nella zuppa, aru?

Kamo si portò istintivamente una zampetta alla bocca. “Temo” pensò “che per qualche giorno eviterò il Chao Bao. Non vorrei che... un altro sogno!” Una nuova luce stava giungendo.

Edited by SteT - 28/4/2016, 15:16
 
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view post Posted on 28/4/2016, 13:56
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Wow, sembra che Satsuki abbia mescolato il suo più grande sogno col peggior incubo.
Un sogno davvero in linea con lei. ;)
Riprendo anche una vecchia abitudine:
CITAZIONE
Poi giunsero i suoi.

Suoni.

CITAZIONE
la titolare Satsuki Yotsuba,

Manca una è.

CITAZIONE
Buon girono signor Saike

Giorno.
 
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view post Posted on 28/4/2016, 14:17

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Chissà quale sarà il sogno :)
Grazie per le correzioni.. corrette.
 
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view post Posted on 28/4/2016, 14:19
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Conoscendo Satsuki, voglio sperare che sia la parte delle stelle. :)
 
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view post Posted on 2/5/2016, 07:46

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FUUKA E FUMIKA NARUTAKI

Il puntino luminoso si sdoppio, si riunì, si sdoppio nuovamente e si riunì divenendo nel frattempo sempre più grande.
“E questo cosa vuol dire?” Pensò Kamo “Non capisco… sono due sogni o uno solo? Un momento conosco solo due tenere studentesse capaci di fare ciò, che tenere insieme anche nei sogni..:”

Mana stava guardando con aria interrogativa il preside e Takamichi.
- Abbiamo deciso – disse il preside – di esonerarti dalla sicurezza del Mahora.
- Non capisco, perché?
- Semplice – disse Takamichi – con i nuovi “arrivati”, ovvero con i vari pactio che NEgi ha ehmm… disseminato per il Mahora, abbiamo un surplus di personale adatto a questo ruolo, per cui abbiamo deciso di iniziare a sospendere chi è in servizio da maggior tempo e che, per l’età, potrebbe non essere più quella di una volta…
Mana non poté credere a quanto aveva sentito.
- Sta dicendo che…
- Mana – intervenne il preside – ragazza mia, sii onesta con te stessa, non hai più la mira di una volta, capita con l’età, anche se rimani una tiratrice formidabile, converrai che la magia è sempre più precisa di una pallottola.
Tatsumiya si sentì il sangue ardere dentro, provò ad inspirare ed espirare più volte per calmarsi, ma non ci riuscì.
- E’ un insulto! – Esplose sbattendo le mani sulla scrivania del professore – Non potete farmi questo! Vi farò vedere io come la mia mirasi sia abbassata!
Detto ciò guardò con disprezzo i due maghi, si voltò e se ne andò dall’ufficio sbattendo la porta.

Erano passate due ore da quando Mana si era appostata sull’grande albero magico in attesa del suo obiettivo. La tiratrice volse lo sguardo verso il suo fucile di precisione e verso le pallottole che aveva preparato appositamente.
Si accarezzo il medaglione al collo e inserì il colpo in canna, tolse le protezioni dal cannocchiale e imbracciò il fucile.
Era ora di iniziare. Nella piazza c’erano solo le persone che interessavano a lei, il frastuono che delle loro voci avrebbe coperto il suono dello sparo. Aveva passato tre giorni a studiare i movimenti dei suoi obiettivi. Non poteva sbagliare.
Guardò attraverso il cannocchiale.
Al bar Asakura e Kaede stavano mangiando un gelato, sul parapetto Makie si stava esercitando col nastro, dall’altra parte delle scale Asuna e Ayaka stavano parlando fra loro. Fuka e Fumika erano poco distanti con un gelato in mano. Nodoka e Yue stavano leggende dei libri ad un tavolino, al tavolino accanto Konoka e Setsuna stavano facendo finta di studiare.
C’erano quasi tutti.
L’attenzione della tiratrice si concentrò sulle scale. Intravide la testa di Takamichi.
Il dito di Mana si spostò sul grilletto.
Accanto a lui vi era Negi.
Vento assente. Luce ottima. Ancora tre gradini…
Appena Nodoka vide il professore si abbassò ulteriormente nel suo libro, Yue infilò nervosamente una cannuccia in un succo. Makie fece volteggiare il suo nastro che quasi sfiorò la fronte del giovane professore, Asuna e Ayaka iniziarono a bisticciare fra loro. Konoka accarezzò col piede la gamba di Setsuna che, divenuta rossa sprofondò sotto il tavolo, Kaede infilò il cucchiaio nella coppa gelato.
L’orologio della torre batté le ore, Mana premette il grilletto, estrasse la cartuccia, ne infilò una nuova riprese la mira e sparò nuovamente, aprì l’otturatore, il colpo sparato venne espulso e subito sostituito da un altro colpo, cambio di mira, nuovo colpo, ricarica, rintocco di campana, sparo, espulsione, ricarica. DON! L’ultimo rintocco della campana.
I quattro bossoli caddero sul ramo contemporaneamente.
La cannuccia di Yue venne tranciata in due, il succo che stava passando venne trasportato contro il libro di Nodoka che esplose, il cucchiaio che Kaede reggeva venne tranciato in due. Il libro che Sakurazaki ancora reggeva in mano cedette per il foro subito e si tranciò in due.
Un leggero soffio fece tintinnare il campanelli di Asuna, uno di questi cadde a terra. Il nastro di Makie si bucò. Takamichi sentì qualcosa passargli fra la tempia e la montatura degli occhiali.
Tutto quasi contemporaneamente.

Il volto di Tatsumiya era impassibile. Incurante degli sguardi che aveva addosso.
- Non posso crederci! – Disse Takamichi – Hai cercato di uccidermi! Solo per fortuna non ci sei riuscita, solo grazie al nastro di Makie che ti ha oscurato la vista non sei riuscita a prendere bene la mira… io... io... non posso crederci.
Mana alzò lo sguardo e fisso i suoi occhi in quelli del professore.
- Se avessi voluto ucciderla, lei non sarebbe qui ora. Lei ha messo in dubbio le mie capacità io le ho dimostrato il contrario.
- Allora, Tatsumiya – Disse Negi – è vero che hai sparato a Takamichi…
- Esatto.
Le altre ragazze non poterono credere a ciò che stavano sentendo.
- Così – riprese Tatsumiya – come ho sparato a Kaede, Sakurazaki, Maki, Nodoka, Asuna e Yue.
- Che guarda caso sono ora tue rivali – riprese Takamichi. – Il tuo attaccamento al denaro è eccessivo, subirai un processo interno e sai quale potrà essere la punizione.
- Ma non è vero! – Esclamò Mana i cui occhi tradirono il timore e il rancore che covava – Ho solo voluto dimostrarvi che la mia mira è eccellente e che sono superiore a qualsiasi altra cosa!
- Inventane un'altra, hai avuto solo fortuna… o sfortuna… nel mancarmi, confermando le mie parole e il mio giudizio, come…
- Noi ti crediamo Mana! – Dissero in coro le Narutaki – E siamo convinte di poterlo dimostrare a tutti. Che si faccia pure il processo a Tatsumiya, noi la difenderemo! – Poi notando lo sguardo quasi di compatimento delle loro compagne aggiunsero – E vinceremo!

Il preside sedeva al centro, accanto a lui vi era la professoressa Shizuka e il padre di Yuuna. Tatsumiya, sorvegliata da Takane e Gandolfini era seduta, ammanettata, in un angolo. Takamichi si alzò dal suo posto e si pose innanzi al preside.
Le due gemelle erano impegnate a scrivere alcuni appunti.
Takamichi iniziò.
- Tutti noi sappiamo cosa non farebbe l’imputata per denaro, tutti noi consociamo la sua avidità e il suo sangue freddo. E’ quindi ovvio che il vedersi ridurre gli introiti certi derivanti dalla sorveglianza del Mahora abbaino generato in lei un forte sentimento di rancore e odio verso di me e il preside. La nostra motivazione per sollevarla da tale incarico era semplice: abbiamo ora mezzi superiori di sicurezza, per cui un semplice fucile non è più adatto, inoltre gli anni passano anche per la bella Tatsumiya per cui la mira viene meno. Fatto dimostrato nel avermi mancato. Fortuna per me e sfortuna per l’imputata che così non ha fatto altro che dimostrare essa stessa la ragionevolezza delle mie parole. Fatto aggravante la sua, seppur falsa, confessione nell’aver sparato anche alle sue compagne. Siamo sinceri come potrebbe aver sparato a così tanti bersagli, ben 7, sparpagliati per la piazza in brevissimo tempo. E’ vero consociamo le doti di Tatsumiya, ma a tutto c’è un limite.
Takamichi si sedette e lasciò il posto a Fumika, che, per l’occasione, si era messa un abito grigio scuro.
La studentessa fece alcuni colpi di tosse.
- Abbiamo sentito le versioni dei testimoni. Riassumibili col fatto che tutti hanno sentito un unico sparo provenire all’albero mentre l’orologio della torre suonava le ore con le sue campane... Da ciò il professor Takamichi assume che il colpo sparato da Mana sia stato uno solo. Mi vergogno di credere a una tale ingenuità. L’ipotesi più ovvia è che Mana abbia sfruttato il suono delle campane per coprire i propri spari, ma ciò per quale motivo? Oppure E’ stata talmente rapida nella sua azione che le nostre orecchie hanno percepito un unico suono invece di si colpi distinti. Il che sarebbe confermato dal fatto che l’orologio suonò le due del pomeriggio e dal ritrovamento di sei bossoli.
- Potevano essere stati messi lì da prima, o non essere stati usati – Obiettò Takamichi.
Fumika non ascoltò l’obiezione e continuò.
- Però io sono sicura che quei colpi ci siano stati. Le testimonianze che abbiamo sentito sono state lacunose per alcuni dettagli. Sakurazaki non ah detto perché fosse sotto il tavolo, Ayaka e Asuna perché stessero litigando, Nodoka perché si fosse coperta con un libro e perché Yue avesse avuto una sete così improvvisa. Ma oltre a questa lacuna ve en sono altre. Chiamo quindi a testimoniare mia sorella Fumika.
Fuka si alzò e si sedette per testimoniare.
- Ci racconti signorina Narutaki cosa ha visto.
- Ecco, io stavo mangiando un cono gelato con mia sorella quando vidi Sakurazaki scivolare sotto il tavolo, in quel momento notai che nel libro che stringeva fra le mani si formò un grosso foro che poi causò la lacerazione in due della costa del libro, con al coda dell’occhio notai poi un getto colorato provenire dalla cannuccia di Yue e il libro di Nodoka venire disintegrato, il tutto quasi contemporaneamente Notai anche diversi bagliori, in rapida successione, provenire dalla chioma del grande albero. E’ tutto.
- Grazie. Vostro onore chiedo che mia sorella mi senta come testimone.
Il preside annuì, le due gemelle si scambiarono di posto.
- Io notai – disse Fumika – che il cucchiaio che Kaede stava usando per mangiare il gelato si divise in due, contemproaneamnte udì il tintinnio del fermacapelli di Asuna che cadeva a terra, notando quindi il nastro di Maki venire perforato.
- Quindi – disse Fuka – secondo lei è plausibile che fossero stati causati da proiettili questi strani eventi?
- Certo.
- Infatti – continuò Fuka dirigendosi al proprio tavolo e prendendo dei fogli – ho qui i referti fatti da Hakase che confermano ogni parola, i proiettili sono stati trovati e le simulazioni eseguite al computer hanno confermato al dinamica degli eventi.
Takamichi sorrise.
- Eventi fortunati. Ciò conferma solo che Mana ha tentato di eliminare i suoi avversari, ma data la sua scarsa mira li ha mancati, infatti Sakurazaki e Nodoka erano scivolate, Asuna stava litigando, e il nastro di Maki ha nascosto il mio viso.
- Non credo. Sakurazaki era già scivolata sotto il tavolo, di Fatto Nodoka non si era mossa da dietro il libro, così come Yue. Asuna e Ayaka stavano si litigando, ma verbalmente. Quanto al nastro, ha solo nascosto parzialmente la sua figura, e in ogni caso lei ha proseguito salendo le scale in linea retta a velocità costante, quindi era prevedibile la posizione di ogni suo punto. L’azione di Tatsumiya ha dimostrato l’infallibilità della sua mira e la sua velocità. Passiamo infine al movente. Avete detto che Tatsumiya pensa solo al denaro. Quanto veniva pagata per il suo lavoro di sicurezza? Lo abbiamo controllato: 5000 yen per un turno di tre ore di vigilanza. Tatsumiya sarà anche legata al denaro, ma qui pare che qualcuno sia alquanto spilorcio nelle paghe. La bravura di Mana è ben nota non solo al Mahora, non dover più fare le ronde notturne le avrebbe dato più tempo per lavori nettamente più remunerativi, quindi cade il movente economico. Le avete dato della vecchia… il signor preside da quanto tempo è al Mahora? Non è forse tempo di lasciare il posto a gente più giovane? Avete messo, quindi, solo in dubbio la sua mira. Ma poiché, immagino, non credete alle mie parole vi propongo di dare a Tatsumiya la possibilità di dimostrarvelo. Se lei è realmente abile non avrà problemi a ripetere tutto, magari con l’ausilio di manichini.
- Approvato! – Esclamò Konoemon

Tutto era pronto, con l’aiuto di Hakase erano stati sistemati diversi manichini semi robotici per simulare ciò che avvenne qualche giorno prima, erano state inoltre posizionate diverse telecamere per riprendere il tutto. Mana era appostata fra le fronde dell’albero.
- E’ un errore – disse Takamichi – ne approfitterà per spararmi e finire il lavoro.
- Vedrem…
L’orologio suonò, in contemporanea con il secondo battito si udì uno sparo.
Su un maxischermo suddiviso in più parti, apparve ciò che le videocamere avevano registrato: un cucchiaino si spezzava, una cannuccia tagliata, un libro esploso, un libro perforato, un fermacapelli fatto cadere e una pallottola perforare un nastro e passare dietro la montatura degli occhiali del simil-Takamichi.
- Quanto ho visto è sufficiente – disse Konoemon – Mana è riassunta e.. ehm… con un aumento di stipendio. Ed eleggo le Narutaki a investigatrici d’ufficio del Mahora!

Buio.
“Eh eh… brave gemelline, sono orgoglioso di voi, avete dimostrato che la statura non è tutto!” ma ecco un altro sogno….
 
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view post Posted on 2/5/2016, 17:51
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Wow, bel lavoro gemelline, siete degne di Perry Mason! ;)
CITAZIONE
che tenere insieme anche nei sogni..

Suona male questa frase. Meglio un 'capaci di stare insieme anche nei sogni'.

CITAZIONE
Ma oltre a questa lacuna ve en sono altre

Ve ne.

CITAZIONE
Fuka si alzò e si sedette per testimoniare

Pare una ovvietà: se si è seduta, è naturale che prima si era alzata. Starebbe meglio un 'Fuka andò a sedersi al banco dei testimoni'
 
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view post Posted on 6/1/2024, 14:30
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Prima del regalo, rimettiamo le cose a posto. Questo capitolo, infatti, era stato per errore postato da suo autore in un topic a parte e non in questo collettivo.

CHIZURU NABA

Naba rivolse un’amabile sorriso alle sue amiche.
- Coraggio ragazze, che timori avete?
- Ecco…- Azzardò Natsumi – guidare di sera una macchina così grande…
Chizuru nascose una breve risata con la mano
- Che sciocchina che sei. Lo sapete che so guidare bene anche se non ho la patente, e poi andiamo di sera proprio perché non c’è in giro nessuno e non rischiamo niente. Che paura avete?
- In effetti – commentò Yuuna – non ci vedo nulla di male, dobbiamo fare solo pochi chilometri per arrivare all’osservatorio del Monte Ota e con l’afa che c’è meglio andarci in macchina.
- Va bene – si arrese Natsumi – mi avete convinta.
- Allora tutte in macchina! – Esclamò Naba aprendo la porta del minivan preso in prestito al suo club.
Yuuna, Natsumi, Ayaka, Ako e Akira salirono una dietro l’altra, Naba salì al posto di guida, avviò il motore e dopo una partenza tentennante si avviò verso l’osservatorio.
Dopo pochi metri di tragitto Yuuna, che aveva preso posto accanto alla guidatrice, accese il condizionatore e la radio sintonizzandola su una stazione che trasmetteva musica leggera.
Il cielo era sereno, le stelle si potevano vedere bene. Avrebbero passato una bella serata.
- Ehmmm Naba – disse Ako titubante – potresti fermarti appena possibile?
- Perché?
- Ecco.. io dovrei… - rispose la calciatrice divenendo rossa – andare in bagno.
- Va bene.
La macchina continuò il suo viaggio, i fari illuminavano gli alberi che costeggiavano al strada e che sfilavano via rapidamente, apparentemente sembrava che attorno a loro l’oscurità fosse aumentata. Ako teneva strette le gambe per resistere il più possibile, si mordeva il labbro inferiore mentre con gli occhi guardava innanzi alla macchina sperando di vedere uno slargo in quella stretta strada.
- Ecco! Fermati lì! – Esclamò esultante.
Poco più avanti la strada si allargava leggermente, Naba accostò con le quattro frecce ed Ako, come un fulmine scese dalla macchina dirigendosi verso alcuni alberi.
Akira, per mantenere la fresca temperatura interna data dal condizionatore richiuse la porta.
I minuti passarono.
- Interrompiamo il programma – risuonò una voce seria alla radio – per avvisare che dal carcere psichiatrico del Monte Ota è scappato un pericolo criminale, le persone che si trovassero in quella zona si chiudano in casa e ad ogni sospetto chiamino la polizia. L’uomo ha come segno particolare un uncino al posto di una mano.
Istintivamente Yuuna premette il pulsante della chiusura centralizzata.
- Ma quanto tempo ci mette Ako? - Sospirò Makie
- Chissà – rispose Naba – forse è stata aggredita dall’assassino..
- Naba, non scherzare… - replicò impaurita Natsumi, ma la sua frase venne interrotta da un colpo al finestrino che fece saltare sul sedile tutte quante.
- Ragazze! – Esclamò Ako – Apritemi!!
Akira tirò un sospiro di sollievo e riaprì la portiera, appena Ako fu a bordo Naba ripartì.
La strada iniziò ad inerpicarsi per la montagna, gli alberi si chiusero su di loro come volessero ghermire la macchina, la temperatura all’interno iniziò ad aumentare.
- Scusa Yuuna – disse Ayaka – potresti riaccendere il condizionatore?
- E’ acceso… solo che credo si sia guastato… tireremo giù i finestrini…
- Non pensarci neppure! – Replicò Makie – Così ci riempiremo di zanzare e chissà cos’altro!
- Coraggio ragazze – disse calma Naba – tra poco siamo arrivate.
La strada continuò a serpeggiare lungo la costa della montagna, giunte all’imboccatura di una galleria il cui interno perfettament illuminato stonava con tutto l’ambiente circostante. Chizuru si fermò.
- Perché ti sei fermata? – Chiese Ayaka.
- Nulla. Mi era sembrato divedere qualcuno accanto all’ingresso della galleria.
- Magari è il pazzo assassino! – Esclamò terrorizzata Natsumi –Parti! Parti!
Chizuru ripartì.
Appena entrate nella galleria la temperatura all’interno della macchina si abbassò drasticamente, le ragazze vennero percorse da brividi di freddo.
Dopo un paio di minuti uscirono dalla galleria e la temperatura ritorno ad essere calda e soffocante.
Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo, Naba divenne improvvisamente seria.
- Ragazze – disse con uno strano tono – guardate sul parabrezza.
Le studentesse fecero come loro indicato e rabbrividirono: sul vetro vi erano diverse impronte di mani.
- Non mi piacciono! Cosa sono? – Chiese Ako
- Forse – ipotizzò Ayaka – sono impronte che il meccanico ha lasciato sull’esterno, e il passaggio caldo-freddo-caldo che ha subito il vetro le ha fatte venire fuori.
- Forse – disse Naba, però mi danno fastidio. Se troviamo una area di servizio mi faccio lavare il vetro.
La macchina proseguì il suo viaggio e dopo poco la strada si allargò, e un segnale luminoso indicava un’area di servizio.
Naba vi entrò e subito un uomo di mezza età si avvicinò loro con le braccia dietro la schiena.
- Posso esservi utile?
- Sì, potrebbe lavare via queste impronte di mani dal parabrezza? – Chiese Naba.
L’uomo fece cenno di sì con la testa, prese un tergicristallo e si mise al lavoro interrompendosi dopo pochi secondi.
- Non posso pulirle.
- Come mai?
- Perché quelle impronte sono all’interno del vetro!
A quelle parole le ragazze rabbrividirono e si strinsero l’una contro l’altra.
- Ma sono apparse dopo che abbiamo passato la galleria…
- Ma su questa strada non c’è nessuna galleria – Rispose l’uomo poggiando un uncino ricoperto di sangue che gli sostituiva la mano destra scontro il vetro della macchina.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!” Esclamò Kamo cercando lui di uscire dal sogno della studentessa “Ma che razza di sogni fa Naba? Sono più inquietanti di qualsiasi altra cosa! Spero che il prossimo sogna mi ridia un po’ di serenità”

Ed ecco il primo regalo del giorno: la conclusione della storia! :b:

A quel punto, però, successe qualcosa di strano: anzichè trovarsi di fronte il nuovo sogno, Kamo si accorse che continuava a fluttuare in quell'immenso spazio vuoto che precedeva ogni visione.
"Mm, ci sta mettendo troppo tempo, stavolta" commentò l'ermellino portandosi una zampa al mento. "L'incantesimo si sarà inceppato?"
Fu allora che una mano lo afferrò per la coda, lo fece roteare come una trottola impazzita per poi scagliarlo via.
Kamo atterrò su un duro terreno roccioso, sbigottito e spaventato si guardò intorno, sembrava essere finito su una specie di arido asteroide circondato dal nulla.
"Ma che diavolo è successo?!"
"Succede che il tuo divertimento finisce qui".
Sentendo quella voce atona, Kamo si svoltò di scatto e si trovò davanti a Zazie, con indosso un costume da clown che però aveva un che di minaccioso. Anche l'espressione della ragazza, sempre imperturbabile, aveva stavolta un ciglio alzato con vicino una vena pulsante.
"Accidenti, allora non mi ero sbagliato, Zazie si era accorta di me!" pensò Kamo, che si mise in ginocchio con le zampe posteriori in modalità preghiera.
"Ti prego, l'ho fatto per Negi, ho pensato che se lo avessi aiutato a conscervi meglio, avrei potuto guadagnare tanti soldi e così avrei potuto mantenere meglio la mia sorellina! Cosa c'è di male nel voler aiutare un amico e una dolce sorellina malata?"
Zazie alzò una mano e mosse il dito indice come a dire 'no' e poi indicò qualcosa dietro di lui, in alto.
Kamo sentì una pressione fortissima, si girò tremando e vide torreggiare sull'intero asteroide una immensa Evangeline, avvolta da fiamme oscure e con il volto irrigidito da un'ira grande quanto lei.
"PIccolo, miserabile insetto a quattro zampe! Hai osato guardare i miei sogni! Avevo avuto l'impressione di essere osservata ma il solo pensare che qualcuno potesse violare la mia intimità...."
Evangeline sembrò per qualche attimo arrossire, poi puntò un gigantesco dito contro Kamo, che se possibile era diventato ancora più bianco.
"Tu meriti la giusta punizione!"
Intorno al terrorizzato ermellino apparvero Sayo Aisaka, Ako Izumi, Misa Kakizaki, Asuna Kagurazaka, Misora Kasuga, Madoka Kugimiya, Ku Fei, Konoka Konoe, Sakurako Shiina e Kaede Nagase, tutte con espressioni alquanto irritate.
"Ho preso il controllo del tuo incantesimo e queste sono le ragazze di cui ancora non hai violato i sogni. Inizieranno loro a darti una lezione!"
Kamo cominciò a correre a perdifiato per allontanarsi e proprio allora Kaede prese a bombardarlo con degli shuriken giganti che esplodevano all'impatto col terreno e si creò una raffica continua di esplosioni che sbalzarono in aria Kamo più e più volte.
Intervenne poi Misora, che saltò in aria, intercettò Kamo con un calcio e cominciò a scagliarlo in ogni direzione, con la sua velocità lo anticipava e lo calciava di nuovo.
L'ultimò calcio lo spedì dritto da Ku Fei, che lo prese al volo per la coda e il collo e iniziò ad usarlo come un nunchaku, muovendolo ad una velocità talmente folle che quando ebbe finito e lo lasciò cadere a terra, Kamo era diventato completamente glabro.
"Noooo! La mia preziosa pelliccia di nobile stirpe!" gridò Kamo quando la sua testa smise di girare.
"Oh, questo povero ermellino si è fatto male?" domandò con volce dolce Ako, vestita da infermiera..
"Ehm... sì"
"Allora ci vuole una bella cura ricostituente!"
Dalle spalle di Izumi spuntarono due enormi lanciamissili caricati a siringoni, quandi Kamo riscappò a zampe levate bersagliato da raffiche di siringhe extralarge.
Mentre avveniva tutto questo, le tre cheerleader ballevano e cantavano con entusiasmo: "Dai!-Dai! Scotennatelo! Dai!-Dai! Pungetelo! Dai! Dai! Maciullatelo! Yeah!"
Cercando rifugio presso un gruppo di rocce, proprio da quest'ultime sbucò all'improvviso Sayo, che con un abbastanza convinto 'Buuuu!" fece cambiare direzione all'animaletto, che diede una testata fenomenale contro la spada di Asuna, conficcata di lato nel terreno.
La ragazza con i capelli rossi prese Kamo dietro il collo e se lo portò alll'altezza del viso.
"E-Ehm... peace and love?" mormorò speranzoso l'inseguito.
Asuna lo lasciò cadere e Konoka, esclamando: "Scostumato!", lo colpì con un ventaglio gigante e lo spedì verso Zazie, che aveva assistito al tutto stando seduta con le gambe incrociate su un masso.
La studentessa circense afferrò la preda per la coda.
"E adesso" riprese la gigantesca Evangeline "tornatene nel mondo reale e non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere!"
Un varco dimensionale a forma di cerchio si creò vicino a Zazie
"Le ragazze che hai incontrato adesso sono state prima avvisate in sogno da noi e hanno approvato la tua punizione. Però, siccome siamo nel mondo onirico, una volta sveglie non ricorderanno nulla. Al massimo potranno avere l'impressione di aver fatto un sogno violento contro di te" spiegò l'impassibile ragazza.
Che davanti all'espressione sollevata di Kamo aggiunse: "Tuttavia non farti illusioni, perchè dopo che si sarà svegliata racconteremo anche a Mana cosa hai fatto".
Detto questo gettò nel varco l'ermellino come se fosse stato un sacchetto di immondizia.

****

Il giorno dopo, Negi Springfield si aggirava con un ciglio preoccupato per i corridoi della scuola e fu allora che incrociò l'anziano preside, Konoemon.
"Buongiorno, professor Negi. Mm, la vedo preoccupata o sbaglio?"
"Buongiorno, signor preside. No, non sbaglia, sto cercando Kamo. Stamattina deve aver avuto un incubo terribile, non può immaginare quanto si sia agitato! E una volta svegliatosi è scappato chissà dove!"
Prima che il preside potesse rispondere, dei passi assai decisi si sentirono dietro di lui: Tatsumiya Mana stava arrivando dalla direzione opposta, armata con due pistole di grosso calibro nelle mani e altre pistole inserite in una cintura a tracolla. Ma sopratutto a colpire era il suo sguardo, duro come il ghiaccio.
"Buongiorno professore, preside" esordì Mana fermandosi e facendo un lieve inchino. "Avete per caso visto Kamo?"
"N.No..." rispose Negi, lieto di non dover mentire.
Sentita anche da Konoemon una risposta negativa, la ragazza salutò con un altro inchino e riprese la ricerca.
"Fiuu" sospirò il piccolo mago. "Ma cosa ha combinato Kamo stavolta? Non avevo mai visto Mana così arrabbiata. Meglio che lo trovi prima io, arrivederci signor preside".
Rimasto solo, l'anziano uomo riprese il suo cammino e arrivò davanti alla classe IIIA, in quel momento vuota perchè le ragazze avevano educazione fisica.
Ripensando a cosa era successo prima, si rese ulteriormente conto di quale classe straordinaria e unica fosse, a partire dal suo piccolo insegnante. Il Mahora era un istituto particolare, ne aveva viste già di cose incredibili, ma la classe guidata da Negi spiccava tra esse e Konomon fu tentato da una lacrimuccia all'idea che quella esperienza eccezionale sarebbe finita con l'anno scolastico. Purtroppo tutte le grandi esperienze prima o poi terminavano, così andava nel mondo .

Però ricacciò la tristezza, perchè quella non sarebbe stata la fine di tutto, ma solo di un ciclo. Negi e quelle ragazze avrebbero vissuto altre avventure, altre storie, come pure il Mahora e il mondo: storie di ogni genere, a volte particolari a volte no, ma sempre uniche; vicende che in alcuni casi sarebbero state conosciute, oppure sarebbero rimaste in qualche cassetto o solo abbozzate. Comunque averebbero avute tutte la loro dignità.
Perchè quella infinità di storie era un segno della vitalità umana, una vitalità che sarebbe durata ancora e ancora, magari fino al giorno in cui avrebbe conquistato anche le stelle.
Poi il rumore di una esplosione in lontananza, seguita da raffiche di spari, ridestò il preside dalle sue riflessioni.
"Oh oh, temo che Mana abbia trovato Kamo. Meglio che vada a dare una mano".
Dietro di lui rimase la classe della IIIA illuminata ampiamente dai raggi del sole che passavano attraverso le finestre.

FINE
 
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view post Posted on 6/1/2024, 14:54
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E così ecco posta la parola fine a questo lungo racconto collettivo e chi passerà di qui si chiederà il senso di tutto ciò, visto che il finale arriva ormai fuori tempo massimo. Ebbene, ho voluto farlo perchè questo racconto ha rappresentato un pò tutto lo sforzo di tutti gli utenti del sito interessati alle FF e non volevo che tale sforzo apparisse inconcludente. Inoltre, sempre per rispettare tale sforzo, alla fine del capitolo ho inserito un tentativo di omaggio a Negima e alle sue fan fiction.
Oltre a questo ho pure pensato che finchè il forum sarà online, ci sarà sempre la possibilità che qualcuno passi di qui e si appassioni alla storia, quindi non mi piaceva l'idea che l'eventuale lettore futuro si ritrovasse senza un finale.
Mi rendo conto che come finale non è il massimo, piuttosto sbrigativo l'escamotage che ho pensato per concludere tutto, ma purtroppo non sono riuscito a scrivere un racconto per ciascuna ragazza perchè da diversi anni ho dovuto smettere con le FF, in parte per mancanza di tempo e in parte perchè ormai privo di quella spinta di passione che invoglia a scrivere racconti sui propri eroi. :cry:
Comunque, pure questa è andata. Buona lettura a chiunque vorrà fermarsi un pò in questa sezione. Credo che il divertimento non gli mancherà. ;)

Edited by Kiram - 7/1/2024, 14:18
 
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116 replies since 5/7/2011, 07:11   888 views
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