Prima del regalo, rimettiamo le cose a posto. Questo capitolo, infatti, era stato per errore postato da suo autore in un topic a parte e non in questo collettivo.
CHIZURU NABA
Naba rivolse un’amabile sorriso alle sue amiche.
- Coraggio ragazze, che timori avete?
- Ecco…- Azzardò Natsumi – guidare di sera una macchina così grande…
Chizuru nascose una breve risata con la mano
- Che sciocchina che sei. Lo sapete che so guidare bene anche se non ho la patente, e poi andiamo di sera proprio perché non c’è in giro nessuno e non rischiamo niente. Che paura avete?
- In effetti – commentò Yuuna – non ci vedo nulla di male, dobbiamo fare solo pochi chilometri per arrivare all’osservatorio del Monte Ota e con l’afa che c’è meglio andarci in macchina.
- Va bene – si arrese Natsumi – mi avete convinta.
- Allora tutte in macchina! – Esclamò Naba aprendo la porta del minivan preso in prestito al suo club.
Yuuna, Natsumi, Ayaka, Ako e Akira salirono una dietro l’altra, Naba salì al posto di guida, avviò il motore e dopo una partenza tentennante si avviò verso l’osservatorio.
Dopo pochi metri di tragitto Yuuna, che aveva preso posto accanto alla guidatrice, accese il condizionatore e la radio sintonizzandola su una stazione che trasmetteva musica leggera.
Il cielo era sereno, le stelle si potevano vedere bene. Avrebbero passato una bella serata.
- Ehmmm Naba – disse Ako titubante – potresti fermarti appena possibile?
- Perché?
- Ecco.. io dovrei… - rispose la calciatrice divenendo rossa – andare in bagno.
- Va bene.
La macchina continuò il suo viaggio, i fari illuminavano gli alberi che costeggiavano al strada e che sfilavano via rapidamente, apparentemente sembrava che attorno a loro l’oscurità fosse aumentata. Ako teneva strette le gambe per resistere il più possibile, si mordeva il labbro inferiore mentre con gli occhi guardava innanzi alla macchina sperando di vedere uno slargo in quella stretta strada.
- Ecco! Fermati lì! – Esclamò esultante.
Poco più avanti la strada si allargava leggermente, Naba accostò con le quattro frecce ed Ako, come un fulmine scese dalla macchina dirigendosi verso alcuni alberi.
Akira, per mantenere la fresca temperatura interna data dal condizionatore richiuse la porta.
I minuti passarono.
- Interrompiamo il programma – risuonò una voce seria alla radio – per avvisare che dal carcere psichiatrico del Monte Ota è scappato un pericolo criminale, le persone che si trovassero in quella zona si chiudano in casa e ad ogni sospetto chiamino la polizia. L’uomo ha come segno particolare un uncino al posto di una mano.
Istintivamente Yuuna premette il pulsante della chiusura centralizzata.
- Ma quanto tempo ci mette Ako? - Sospirò Makie
- Chissà – rispose Naba – forse è stata aggredita dall’assassino..
- Naba, non scherzare… - replicò impaurita Natsumi, ma la sua frase venne interrotta da un colpo al finestrino che fece saltare sul sedile tutte quante.
- Ragazze! – Esclamò Ako – Apritemi!!
Akira tirò un sospiro di sollievo e riaprì la portiera, appena Ako fu a bordo Naba ripartì.
La strada iniziò ad inerpicarsi per la montagna, gli alberi si chiusero su di loro come volessero ghermire la macchina, la temperatura all’interno iniziò ad aumentare.
- Scusa Yuuna – disse Ayaka – potresti riaccendere il condizionatore?
- E’ acceso… solo che credo si sia guastato… tireremo giù i finestrini…
- Non pensarci neppure! – Replicò Makie – Così ci riempiremo di zanzare e chissà cos’altro!
- Coraggio ragazze – disse calma Naba – tra poco siamo arrivate.
La strada continuò a serpeggiare lungo la costa della montagna, giunte all’imboccatura di una galleria il cui interno perfettament illuminato stonava con tutto l’ambiente circostante. Chizuru si fermò.
- Perché ti sei fermata? – Chiese Ayaka.
- Nulla. Mi era sembrato divedere qualcuno accanto all’ingresso della galleria.
- Magari è il pazzo assassino! – Esclamò terrorizzata Natsumi –Parti! Parti!
Chizuru ripartì.
Appena entrate nella galleria la temperatura all’interno della macchina si abbassò drasticamente, le ragazze vennero percorse da brividi di freddo.
Dopo un paio di minuti uscirono dalla galleria e la temperatura ritorno ad essere calda e soffocante.
Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo, Naba divenne improvvisamente seria.
- Ragazze – disse con uno strano tono – guardate sul parabrezza.
Le studentesse fecero come loro indicato e rabbrividirono: sul vetro vi erano diverse impronte di mani.
- Non mi piacciono! Cosa sono? – Chiese Ako
- Forse – ipotizzò Ayaka – sono impronte che il meccanico ha lasciato sull’esterno, e il passaggio caldo-freddo-caldo che ha subito il vetro le ha fatte venire fuori.
- Forse – disse Naba, però mi danno fastidio. Se troviamo una area di servizio mi faccio lavare il vetro.
La macchina proseguì il suo viaggio e dopo poco la strada si allargò, e un segnale luminoso indicava un’area di servizio.
Naba vi entrò e subito un uomo di mezza età si avvicinò loro con le braccia dietro la schiena.
- Posso esservi utile?
- Sì, potrebbe lavare via queste impronte di mani dal parabrezza? – Chiese Naba.
L’uomo fece cenno di sì con la testa, prese un tergicristallo e si mise al lavoro interrompendosi dopo pochi secondi.
- Non posso pulirle.
- Come mai?
- Perché quelle impronte sono all’interno del vetro!
A quelle parole le ragazze rabbrividirono e si strinsero l’una contro l’altra.
- Ma sono apparse dopo che abbiamo passato la galleria…
- Ma su questa strada non c’è nessuna galleria – Rispose l’uomo poggiando un uncino ricoperto di sangue che gli sostituiva la mano destra scontro il vetro della macchina.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!” Esclamò Kamo cercando lui di uscire dal sogno della studentessa “Ma che razza di sogni fa Naba? Sono più inquietanti di qualsiasi altra cosa! Spero che il prossimo sogna mi ridia un po’ di serenità”
Ed ecco il primo regalo del giorno: la conclusione della storia!
A quel punto, però, successe qualcosa di strano: anzichè trovarsi di fronte il nuovo sogno, Kamo si accorse che continuava a fluttuare in quell'immenso spazio vuoto che precedeva ogni visione.
"Mm, ci sta mettendo troppo tempo, stavolta" commentò l'ermellino portandosi una zampa al mento. "L'incantesimo si sarà inceppato?"
Fu allora che una mano lo afferrò per la coda, lo fece roteare come una trottola impazzita per poi scagliarlo via.
Kamo atterrò su un duro terreno roccioso, sbigottito e spaventato si guardò intorno, sembrava essere finito su una specie di arido asteroide circondato dal nulla.
"Ma che diavolo è successo?!"
"Succede che il tuo divertimento finisce qui".
Sentendo quella voce atona, Kamo si svoltò di scatto e si trovò davanti a Zazie, con indosso un costume da clown che però aveva un che di minaccioso. Anche l'espressione della ragazza, sempre imperturbabile, aveva stavolta un ciglio alzato con vicino una vena pulsante.
"Accidenti, allora non mi ero sbagliato, Zazie si era accorta di me!" pensò Kamo, che si mise in ginocchio con le zampe posteriori in modalità preghiera.
"Ti prego, l'ho fatto per Negi, ho pensato che se lo avessi aiutato a conscervi meglio, avrei potuto guadagnare tanti soldi e così avrei potuto mantenere meglio la mia sorellina! Cosa c'è di male nel voler aiutare un amico e una dolce sorellina malata?"
Zazie alzò una mano e mosse il dito indice come a dire 'no' e poi indicò qualcosa dietro di lui, in alto.
Kamo sentì una pressione fortissima, si girò tremando e vide torreggiare sull'intero asteroide una immensa Evangeline, avvolta da fiamme oscure e con il volto irrigidito da un'ira grande quanto lei.
"PIccolo, miserabile insetto a quattro zampe! Hai osato guardare i miei sogni! Avevo avuto l'impressione di essere osservata ma il solo pensare che qualcuno potesse violare la mia intimità...."
Evangeline sembrò per qualche attimo arrossire, poi puntò un gigantesco dito contro Kamo, che se possibile era diventato ancora più bianco.
"Tu meriti la giusta punizione!"
Intorno al terrorizzato ermellino apparvero Sayo Aisaka, Ako Izumi, Misa Kakizaki, Asuna Kagurazaka, Misora Kasuga, Madoka Kugimiya, Ku Fei, Konoka Konoe, Sakurako Shiina e Kaede Nagase, tutte con espressioni alquanto irritate.
"Ho preso il controllo del tuo incantesimo e queste sono le ragazze di cui ancora non hai violato i sogni. Inizieranno loro a darti una lezione!"
Kamo cominciò a correre a perdifiato per allontanarsi e proprio allora Kaede prese a bombardarlo con degli shuriken giganti che esplodevano all'impatto col terreno e si creò una raffica continua di esplosioni che sbalzarono in aria Kamo più e più volte.
Intervenne poi Misora, che saltò in aria, intercettò Kamo con un calcio e cominciò a scagliarlo in ogni direzione, con la sua velocità lo anticipava e lo calciava di nuovo.
L'ultimò calcio lo spedì dritto da Ku Fei, che lo prese al volo per la coda e il collo e iniziò ad usarlo come un nunchaku, muovendolo ad una velocità talmente folle che quando ebbe finito e lo lasciò cadere a terra, Kamo era diventato completamente glabro.
"Noooo! La mia preziosa pelliccia di nobile stirpe!" gridò Kamo quando la sua testa smise di girare.
"Oh, questo povero ermellino si è fatto male?" domandò con volce dolce Ako, vestita da infermiera..
"Ehm... sì"
"Allora ci vuole una bella cura ricostituente!"
Dalle spalle di Izumi spuntarono due enormi lanciamissili caricati a siringoni, quandi Kamo riscappò a zampe levate bersagliato da raffiche di siringhe extralarge.
Mentre avveniva tutto questo, le tre cheerleader ballevano e cantavano con entusiasmo: "Dai!-Dai! Scotennatelo! Dai!-Dai! Pungetelo! Dai! Dai! Maciullatelo! Yeah!"
Cercando rifugio presso un gruppo di rocce, proprio da quest'ultime sbucò all'improvviso Sayo, che con un abbastanza convinto 'Buuuu!" fece cambiare direzione all'animaletto, che diede una testata fenomenale contro la spada di Asuna, conficcata di lato nel terreno.
La ragazza con i capelli rossi prese Kamo dietro il collo e se lo portò alll'altezza del viso.
"E-Ehm... peace and love?" mormorò speranzoso l'inseguito.
Asuna lo lasciò cadere e Konoka, esclamando: "Scostumato!", lo colpì con un ventaglio gigante e lo spedì verso Zazie, che aveva assistito al tutto stando seduta con le gambe incrociate su un masso.
La studentessa circense afferrò la preda per la coda.
"E adesso" riprese la gigantesca Evangeline "tornatene nel mondo reale e non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere!"
Un varco dimensionale a forma di cerchio si creò vicino a Zazie
"Le ragazze che hai incontrato adesso sono state prima avvisate in sogno da noi e hanno approvato la tua punizione. Però, siccome siamo nel mondo onirico, una volta sveglie non ricorderanno nulla. Al massimo potranno avere l'impressione di aver fatto un sogno violento contro di te" spiegò l'impassibile ragazza.
Che davanti all'espressione sollevata di Kamo aggiunse: "Tuttavia non farti illusioni, perchè dopo che si sarà svegliata racconteremo anche a Mana cosa hai fatto".
Detto questo gettò nel varco l'ermellino come se fosse stato un sacchetto di immondizia.
****
Il giorno dopo, Negi Springfield si aggirava con un ciglio preoccupato per i corridoi della scuola e fu allora che incrociò l'anziano preside, Konoemon.
"Buongiorno, professor Negi. Mm, la vedo preoccupata o sbaglio?"
"Buongiorno, signor preside. No, non sbaglia, sto cercando Kamo. Stamattina deve aver avuto un incubo terribile, non può immaginare quanto si sia agitato! E una volta svegliatosi è scappato chissà dove!"
Prima che il preside potesse rispondere, dei passi assai decisi si sentirono dietro di lui: Tatsumiya Mana stava arrivando dalla direzione opposta, armata con due pistole di grosso calibro nelle mani e altre pistole inserite in una cintura a tracolla. Ma sopratutto a colpire era il suo sguardo, duro come il ghiaccio.
"Buongiorno professore, preside" esordì Mana fermandosi e facendo un lieve inchino. "Avete per caso visto Kamo?"
"N.No..." rispose Negi, lieto di non dover mentire.
Sentita anche da Konoemon una risposta negativa, la ragazza salutò con un altro inchino e riprese la ricerca.
"Fiuu" sospirò il piccolo mago. "Ma cosa ha combinato Kamo stavolta? Non avevo mai visto Mana così arrabbiata. Meglio che lo trovi prima io, arrivederci signor preside".
Rimasto solo, l'anziano uomo riprese il suo cammino e arrivò davanti alla classe IIIA, in quel momento vuota perchè le ragazze avevano educazione fisica.
Ripensando a cosa era successo prima, si rese ulteriormente conto di quale classe straordinaria e unica fosse, a partire dal suo piccolo insegnante. Il Mahora era un istituto particolare, ne aveva viste già di cose incredibili, ma la classe guidata da Negi spiccava tra esse e Konomon fu tentato da una lacrimuccia all'idea che quella esperienza eccezionale sarebbe finita con l'anno scolastico. Purtroppo tutte le grandi esperienze prima o poi terminavano, così andava nel mondo .
Però ricacciò la tristezza, perchè quella non sarebbe stata la fine di tutto, ma solo di un ciclo. Negi e quelle ragazze avrebbero vissuto altre avventure, altre storie, come pure il Mahora e il mondo: storie di ogni genere, a volte particolari a volte no, ma sempre uniche; vicende che in alcuni casi sarebbero state conosciute, oppure sarebbero rimaste in qualche cassetto o solo abbozzate. Comunque averebbero avute tutte la loro dignità.
Perchè quella infinità di storie era un segno della vitalità umana, una vitalità che sarebbe durata ancora e ancora, magari fino al giorno in cui avrebbe conquistato anche le stelle.
Poi il rumore di una esplosione in lontananza, seguita da raffiche di spari, ridestò il preside dalle sue riflessioni.
"Oh oh, temo che Mana abbia trovato Kamo. Meglio che vada a dare una mano".
Dietro di lui rimase la classe della IIIA illuminata ampiamente dai raggi del sole che passavano attraverso le finestre.
FINE